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Lug 09, 2019

Una chiacchierata con Elisabetta, una logopedista che utilizza la CAA nella quotidianità del suo lavoro

Da quando utilizza la Comunicazione Aumentativa e Alternativa (C.A.A.)? Perché si tratta di un metodo che sente di sostenere e promuovere?

Ho iniziato a fare progetti di Comunicazione Aumentativa e Alternativa circa vent’anni fa, lavorando presso il domicilio di bambini affetti da gravi patologie neuromotorie e degenerative. La CAA mi permetteva di rispondere ai bisogni comunicativi di questi bimbi che non parlavano e da lì ho iniziato un percorso di formazione costante, in scuole diverse. Avere la possibilità di “dare voce” a chi non ha voce e far capire agli altri l’importanza di poter comunicare anche in modi diversi dalla parola, ha segnato fortemente il mio percorso lavorativo che da quel momento è sempre stato dedicato alla Comunicazione Aumentativa e Alternativa. La comunicazione è un diritto di tutti!

In che casi, secondo la sua esperienza, è adatto ricorrere alla CAA?

La CAA è un’area della pratica clinica che ha proprio lo scopo di compensare difficoltà comunicative, a partire da quelle più semplici fino a quelle più complesse. Nel momento in cui si presenta al Servizio un bambino con una qualsiasi difficoltà comunicativa, dal grave ritardo di linguaggio al bambino con totale assenza di verbalità, inizio ad utilizzare la CAA, adattando le diverse strategie alle necessità di ciascun bambino.

La CAA è anche utile in tutte le situazioni in cui ci sia un bisogno comunicativo temporaneo, come nel caso di un intervento chirurgico o un ricovero ospedaliero che non permetta alla persona, sia essa un bambino o un adulto, di poter comunicare con gli altri.

Viene così permesso alla persona di poter prendere decisioni rispetto a ciò che deve essere fatto, di fare richieste o di esprimere il proprio pensiero, di essere quindi riconosciuta come essere pensante e capace di influenzare e partecipare attivamente nell’ambiente in cui vive.

Ci sono poi situazioni in cui alcuni bambini, per difficoltà legate al quadro clinico, sono in grado di parlare ma non riescono ad accedere ad una lettura e una scrittura funzionale; in questi casi si utilizzano tutte le strategie simboliche della Comunicazione Aumentativa e Alternativa per permettere a questi bambini di poter accedere ai contenuti scritti, traducendoli in una immagine o in un simbolo facilmente comprensibile. Il bambino può così accedere a conoscenze altrimenti difficili da acquisire, vivendo esperienze di inclusione e riducendo il senso di frustrazione.

Quali sono le reazioni dei bambini?

Le reazioni dei bambini sono molto diverse le une dalle altre. Quando ci troviamo davanti a un bimbo che non parla e gli diamo la possibilità di vivere l’esperienza che comunicare è possibile ed efficace, si apre un ventaglio di numerosissime altre possibilità di comunicazione. L’ambiente che circonda il bambino deve essere un ambiente disponibile a cogliere i segnali comunicativi, creando una relazione di scambio e di “ascolto” attento verso chi ha bisogni comunicativi.

Ci sono poi situazioni in cui, anche di fronte a numerosi tentativi dei bambini che non parlano, di comunicare in qualche modo con chi gli sta intorno, questi messaggi non vengono colti, creando così dei breakdown della comunicazione che, se ripetuti e numerosi nel tempo, determinano l’insorgere di comportamenti-problema. Il bambino vivrà l’esperienza che comunicare non serve, alzando così una barriera con il mondo circostante.

Ancora diverse sono le reazioni dei bambini quando hanno la possibilità di leggere dei libri o dei testi tradotti in simboli: la possibilità di “leggere un’immagine” e di non trovarsi di fronte solo parole scritte di cui non capiscono il significato li gratifica immediatamente. In caso contrario il senso di frustrazione sarebbe uguale a quello provato da noi andando in una terra straniera in cui non si conosce la lingua e dove ogni scritta diventa indecifrabile; avere accanto alla scritta un simbolo che ne veicoli il significato sarebbe di grandissimo aiuto e aiuterebbe ad avere maggior controllo e prevedibilità nell’ambiente in cui ci troviamo.

Ci può fare un esempio in particolare (ad esempio la reazione positiva di un bambino di fronte a un determinato simbolo)?

Quando un bimbo con difficoltà di linguaggio e ancor più di lettura ha la possibilità di prendere in mano un libro in simboli, riconosce immediatamente che è un libro diverso dagli altri. Prevalgono i simboli, tanti dei quali immediatamente comprensibili, per cui lo stupore è grande, la curiosità aumenta e di fronte a una parola come “COCCODRILLO” che, da sola, sarebbe difficile da leggere, diventa immediatamente chiara se le metto sotto il simbolo corrispondente.

La reazione dei bambini è molto positiva e partecipano piacevolmente alla lettura. Il libro diventa uno strumento che unisce e allo stesso tempo aiuta a riconoscere ed esprimere le emozioni, ponendo la giusta distanza tra le proprie esperienze personali e quelle che vedi vivere ai protagonisti delle storie che ti vengono lette.

Quale è la ricchezza in più dei libri in simboli?

I libri in simboli permettono di accedere, in toto o parzialmente, al contenuto di un testo, anche a bambini di età prescolare, che non sanno quindi ancora leggere e scrivere. La possibilità di accedere al significato di un testo scritto attraverso le immagini diventa utile anche a tutti i bimbi stranieri che stanno imparando l’italiano, riuscendo così a condividere con i coetanei un’esperienza piacevole.

L’utilizzo dei simboli e più in generale della Comunicazione Aumentativa e Alternativa, non impedisce lo sviluppo del linguaggio o della verbalità, ma al contrario è molto utile per sostenere lo sviluppo linguistico in entrata, in tutte le sue fasi, modellando il corretto sviluppo morfo-sintattico della frase.

Durante la lettura dei libri in simboli, infatti, il modellamento, ossia l’indicazione con il dito simbolo per simbolo di ciò che si sta leggendo, favorisce l’associazione di un significato alla parola pronunciata, arricchendo il vocabolario del bambino e ampliando una struttura frasale corretta.

Che cosa ci può dire nello specifico sul progetto “I libri per tutti”?

Negli ultimi mesi il progetto “I libri per tutti”, vista la crescita esponenziale di utilizzo dei dispositivi mobili quali tablet e smarthphone, si è dedicato alla pubblicazione di libri in simboli in versione digitale, permettendo quindi significative modalità interattive di lettura. I libri in simboli digitali, attraverso l’uscita in voce, permettono al bambino una maggiore autonomia di lettura, riducendo la dipendenza da un’altra persona per la lettura del testo e sostenendo maggiormente la comprensione del testo letto. Infatti, a differenza degli audiolibri, la possibilità di integrare l’immagine o il simbolo con la voce permette una più sicura comprensione anche dei più piccoli elementi frasali.

La grafica molto colorata dei libri poi, cattura l’attenzione del bambino, che ha la possibilità di svolgere anche differenti attività sia ludiche che educative.