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Apr 01, 2019

Una chiacchierata con Anna Peiretti, responsabile del progetto “I libri per tutti”

Quale è il cuore della filosofia che sta alla base de “I libri per tutti”?

Nella società complessa in cui viviamo anche l’esperienza di lettura non si può più identificare in un unico modello. Che cosa vuol dire “leggere”? Tutti, anche i bambini più piccoli, portatori di disabilità, estranei alla lingua italiana, hanno accesso alla lettura? 

Carlo Sini, teorizzando l’evoluzione della lettura, insegnava che “dietro ogni libro, dietro ogni testo, c’è una vita palpitante con i suoi problemi, con i suoi luoghi indissolubili, con le sue domande di senso, con i suoi enigmi che non sono la chiusura in un significato ma il rilancio continuo del significato, la necessità di ritrovare il senso in questa catena di significato che è la cultura”. La lettura allora si fa insieme, diviene necessariamente esperienza condivisa. I libri per tutti” promuovono un processo di partecipazione di chi legge e anche di chi ascolta, insieme; assicurano il piacere della lettura a tutti i bambini, proprio tutti.

Quali sono state le tappe salienti durante la progettazione? Ci puoi raccontare qualche passaggio particolarmente significativo accaduto durante la realizzazione dei libri?

La prima cura è per la selezione del libro. Scegliamo libri che abbiano un contenuto vicino all’esperienza dei bambini, con una struttura narrativa semplice e una costruzione lineare delle frasi.

Il testo di alcuni de “I libri per tutti” è stato adattato, talora anche dallo stesso autore. Guido Quarzo ha lavorato all’adattamento del testo Amici nel mare, ad esempio. Si lavora alla trasposizione del testo in simboli secondo il modello elaborato nella Bottega Editoriale della Fondazione Paideia, anche grazie all’aiuto dei docenti del dipartimento di Scienze Linguistiche dell’Università di Torino.

Si verifica costantemente la coerenza tra testo e illustrazione. La realizzazione di un libro in simboli è un’opera complessa; dobbiamo tenere presente tutti gli aspetti del testo, considerandoli tanti fili di un unico tessuto.

Perché i testi de “I libri per tutti” costituiscono un’occasione di lettura inclusiva? A chi possono essere utili?

Pensare che l’unica possibilità di un libro sia nel testo alfabetico, è riduttivo. Esistono libri costruiti solo su immagini. Nella realtà non tutti i bambini accedono alla letto-scrittura. Non ci riescono i bambini con bisogni comunicativi complessi, con disabilità cognitiva, con difficoltà linguistiche o dell’attenzione; i bambini con disturbi dello spettro autistico, o con specifiche sindromi; i fragili lettori e le persone straniere al primo approccio con la lingua locale. Allora, abbiamo voluto promuovere una “lettura altra”, considerando quella alfabetica non l’unica forma di scrittura possibile. Da qui, crediamo, comincia l’inclusione. Non si tratta di dare un libro speciale in risposta ad un bisogno speciale, ma di modificare il contesto di lettura condivisa in un’ottica inclusiva.

Se un genitore o un insegnante non ha mai utilizzato la CAA, è facile accompagnare un bambino nella lettura dei libri in simboli?

C’è bisogno di tanta formazione, su tutto il territorio italiano, sulla pratica della CAA. Fondazione Paideia ha attivato dei percorsi formativi molto partecipati; questo è un buon segno, rispetto alla consapevolezza dei bisogni da parte di insegnanti e famiglie, ma anche operatori sanitari. Si impara, piano piano. Quel che conta è accogliere la provocazione ad andare oltre testi e scritture convenzionali per condividere complessi sistemi di comunicazione, per inventare nuove strategie di lettura eppure efficaci, per sperimentare come modelli atipici di partecipazione alla lettura possano essere la base per costruire inclusione negli ambienti di vita dei bambini. 

Bacchetta magica e palla di vetro alla mano, come sarà tra dieci anni il mondo editoriale? Che passi avanti speri si saranno fatti in termini di lettura accessibile?

Ci è concesso sperare, e allora ci piace immaginare una comunità in cui si condividono le storie, ma anche i diversi atti di lettura. Ogni opera letteraria allora sarà compiuta soltanto quando sarà possibile accedervi con modalità di lettura personali, diverse. Questi libri scritti in simboli sono un passo avanti perché tutti i bambini possano avere accesso ai libri, ognuno in base alle sue possibilità, senza che nessun limite giustifichi mai l’esclusione.