I primi anni di vita di un bambino hanno un ruolo decisivo per il suo sviluppo cognitivo. C’è una relazione, messa in luce da molte ricerche, tra lo sviluppo cognitivo e le stimolazioni verbali che il bambino riceve.
I soggetti che fin da piccoli sono esposti alla lettura ad alta voce sviluppano abilità cognitive associate alla memoria, alla creatività, alla comprensione, alla denominazione delle cose.
Non per tutti i bambini, però, è possibile avere accesso all’esperienza della lettura. Apprendere a leggere non è facile, perché il bambino non ha circuiti neuronali specifici per questa funzione, piuttosto attiva i circuiti neuronali deputati al riconoscimento delle immagini.
Per imparare a leggere sono necessarie abilità e conoscenze specifiche: quelle che definiamo emergent literacy. Con emergent literacy ci riferiamo precisamente all’insieme delle abilità, conoscenze e attitudini che costituiscono i presupposti della capacità di leggere e scrivere.
Marie Clay dimostrava in una ricerca del 1999 che la emergent literacy comprende comportamenti di imitazione e simulazione delle attività di lettura. Le competenze emergenti della lettura sono quindi legate allo sviluppo del linguaggio orale, alla capacità di distinguere sillabe e fonemi, alla progressiva familiarità con l’oggetto libro come uno straordinario contenitore di significati e immagini.
Anche per i bambini con disturbi complessi della comunicazione o deficit linguistico, la capacità di leggere – per quanto limitata – è sempre condizionata dalla qualità e dalla frequenza degli scambi sociali.
La lettura condivisa dei libri in simboli della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) si presenta come occasione per aumentare “le risorse sociali” a disposizione di un bambino con difficoltà comunicativa. I libri in simboli della CAA sono rivolti in special modo ai bambini che hanno minori competenze verbali. Sono utili ai bambini che mostrano un’abilità fonologica fragile, cioè evidenziano incapacità di pensare a come si sentono le parole, non solo al loro significato. L’esposizione al linguaggio, grazie all’esperienza della lettura condivisa, aiuta a scoprire i suoni comuni tra le parole, il ritmo delle rime.
La lettura di questi libri va considerata un’attività piacevole; non dovrebbe esserci una verifica prestazionale.
Lo spazio della lettura è accogliente, aperto alla vicinanza fisica con il bambino. Il libro rispecchia un contenuto interessante per lui, perciò la storia si sceglie insieme. La lettura è un momento condiviso in cui, nel dialogo, si intrecciano discorsi e riflessioni. Val la pena ricordare Pennac: “In francese leggere si dice ligoter, che vuole dire “incatenare". Nel linguaggio figurato un grosso libro è un mattone. Sciogliete quelle catene e il mattone diventerà una nuvola”.